Benedetto Santacroce
L’accertamento sintetico delle persone fisiche può essere realizzato anche sulla base del contenuto induttivo di elementi indicativi di capacità contributiva (cd. redditometro).
Il DL n. 87/2018 interviene sulla specifica materia indicando che il decreto che deve fissare tali elementi debba essere approvato, sentite l’ISTAT e le associazioni di categoria con una metodica di ricostruzione che tenga della capacità di spesa e della propensione al risparmio dei contribuenti. Questo nuovo approccio determina l’abrogazione del decreto precedente (Dm 16 settembre 2015) con effetto dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2016, lasciando inalterati gli inviti e gli atti relativi ai periodi d’imposta precedenti.
Il redditometro, a dire il vero da qualche anno strumento di accertamento utilizzato in modesta misura dal fisco, cerca di cambiare pelle. In effetti, il Decreto dignità non ha lo scopo di abolirlo, ma ha lo scopo di attualizzarlo mettendo in pensione il Decreto ministeriale che aveva nel 2015 approvato gli indici induttivi di capacità contributiva costruiti in funzione del nucleo familiare e dell’area territoriale di appartenenza del contribuente. La cancellazione del Decreto produce degli effetti per il passato, da una parte, non consentendo già dal periodo d’imposta 2016, di utilizzare gli indici indicati nel predetto decreto e, dall’altra, non cancellando gli inviti relativi ai periodi d’imposta precedenti al 31 dicembre 2015 e non vanificando gli effetti degli atti già notificati.
Il nuovo approccio che vuole tener conto della capacitò di spesa e della propensione del risparmio del contribuente vorrebbe (almeno nelle intenzioni) superare i problemi che erano sorti in passato proprio nel rapporto tra spesa e risparmio. Certamente per comprendere la portata effettiva della norma, che non è certo rivoluzionaria, bisognerà aspettare l’approvazione del nuovo decreto per comprendere esattamente l’innovazione dello strumento.