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La DOMANDA:
Per spese inerenti a un bene detenuto in comproprietà con persone fisiche, una Srl riceve fatture che vengono trattate come indeducibili, con la relativa Iva indetraibile. Parte di queste spese dev'essere riaddebitata alle persone fisiche, perché quota di loro competenza.
Si chiede quale trattamento riservare a tali riaddebiti ai fini Iva: devono essere fatturati con iva e con la stessa aliquota originariamente applicata (ma in questo caso, forse, si duplica l'imposta), o non vanno assoggettati a Iva, ex articolo 15 del 633/1972?
La RISPOSTA:
Il riaddebito delle spese ha da sempre creato problemi ai contribuenti, proprio nel caso in cui l'Iva relativa all'acquisto di un bene sia in tutto o in parte indetraibile in via oggettiva (articolo 19 bis -1 del Dpr 633/1972). Infatti, in tal caso, il riaddebito dell'imposta con il conseguente versamento può causare un doppio onere fiscale.
L'agenzia delle Entrate, con la risoluzione 238/E/2007, ha cercato di risolvere la questione riprendendo quanto esposto nella norma di comportamento 139 della commissione dell'Associazione dottori commercialisti di Milano. In particolare, il regime di indetraibilità va posto solo a carico di colui che acquista e utilizza i beni/servizi oggettivamente indetraibili.
Con riferimento all'articolo 15 del Dpr 633/1972, si sottolinea, invece, che si tratta di operazioni inquadrabili nella figura del mandato con rappresentanza. In particolare, per la non concorrenza alla determinazione dell'imponibile, è necessario che le spese siano documentate e che la fattura sia intestata al cliente. La documentazione deve, poi, essere allegata o, comunque, trovarsi in atti depositati in pubblici uffici. La Cassazione (n. 36584/2021) ha, inoltre, concluso che la documentazione deve valutarsi per ogni singola operazione, e non globalmente per tutte le operazioni di un periodo di imposta.
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