L’Unione Europea pubblica on line le novità sullo stato di avanzamento dei lavori sul TTIP, l’Accordo di Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti in corso di negoziato con gli Stati Uniti d'America dal luglio 2013.
Le imprese comunitarie sono ora tenute ad un’attenta analisi delle novità rese pubbliche dalla Commissione – DG Taxud e DG Trade (http://ec.europa.eu/index_en.htm), per cogliere le nuove opportunità di business che verosimilmente saranno operative già da quest’anno. L’apertura dell’UE lascia infatti sperare in una rapida chiusura dei negoziati che in realtà, ad oggi, si sono dimostrati assai complessi, soprattutto con riferimento ad alcuni settori strategici per il mercato interno.
L’obiettivo del TTIP è infatti quello di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e rimuovendo in molti settori le barriere non tariffarie esistenti, sostanzialmente riconducibili alle differenze nei regolamenti tecnici, nelle norme e procedure di omologazione, negli standard applicati ai prodotti, e nelle regole sanitarie e fitosanitarie.
Il Trattato dovrebbe vedere la luce nell’anno in corso, anche se non sono poche le opinioni che propendono per uno slittamento di tale termine, viste le critiche che sono piovute sulle modalità di gestione dei negoziati e sul merito di alcune questioni chiave quali, ad esempio, il tema della liberalizzazione degli OGM e, più in generale, le aperture del marcato agricolo, da sempre assai tutelato nell’UE.
L’uscita pubblica dell’amministrazione comunitaria lascia però auspicare in un arrivo a destinazione del TTIP puntuale, vista la disclosure effettuata su alcuni temi fondamentali.
I negoziati sono infatti segreti, accessibili solo ai gruppi di tecnici che se ne occupano, al governo degli USA e alla Commissione; tuttavia, l’UE ha ora aperto dapprima con un atto legislativo pubblico nel 2014 e poi, il 7 gennaio 2015, in un’ottica di maggiore trasparenza, con una serie di paper ad hoc che elencano i punti di maggiore interesse del TTIP.
Dal punto di vista tributario e doganale, si rileva come l’accordo (che coinvolge anche servizi, investimenti e appalti pubblici) si pone come obiettivo “l’eliminazione dei dazi sugli scambi bilaterali di merci con lo scopo di raggiungere una sostanziale eliminazione delle tariffe”.
La volontà è “rimuovere gli ostacoli agli scambi e agli investimenti compresi gli ostacoli non tariffari esistenti, raggiungendo un livello ambizioso di compatibilità normativa, anche mediante il riconoscimento reciproco, l’armonizzazione e il miglioramento della cooperazione tra autorità di regolamentazione”.
Questioni affrontate
Tra i temi affrontati e di forte impatto fiscale si rileva innanzitutto la questione dei dazi doganali: l’obiettivo è rimuovere praticamente la totalità dei prelievi di confine, anche se la riduzione dovrebbe essere graduale.
Altra questione è il tema dell’origine delle merci, il made in EU o il made in USA saranno marchi garantiti da regole speciali, dedicate ai processi produttivi idonei a garantire la nazionalità delle merci.
Ancora, la questione dei controlli doganali è facilitata in primo luogo dal già esistente accordo di partenariato tra i programmi di certificazione doganale AEO e CTPAT; in secondo luogo, le esportazioni verranno agevolate con linee di controllo ridotte e preferenziali (su questo, l’UE ha pubblicato una nota dedicata con attive proposte).
Infine, si rileva il coinvolgimento di alcuni settori industriali specifici quali il settore ICT, chimico, farmaceutico, automotive, tessile, cosmetico e medico, oltre che norme di favore per le piccole e medie imprese che ancora rappresentano il motore dell’industria comunitaria.
In definitiva, l’apertura pubblica dell’Ue si mostra di particolare interesse, stimolando le aziende comunitarie e nazionali ad un attento esame dei nuovi documenti per approfittare dei potenziali business, forse attivi già da quest’anno.
I DAZI
L’obiettivo dell’accordo è la rimozione pressoché totale dei dazi di importazione, con la prospettiva che, in alcuni settori, l’abbattimento sarà graduale.
MADE IN
Saranno introdotte regole reciproche per l’attribuzione dell’origine delle merci, riservando le riduzioni tariffarie alle sole merci made in EU o il made in USA.
AEO E CTPAT
È già in essere il trattamento di reciprocità per i controlli facilitati riservato alle imprese certificate a seguito di apposito audit delle autorità doganali.
EXPORT AGEVOLATO
Il TTIP prevede linee di controllo ridotte e preferenziali per le merci in esportazioni che dovrebbero essere gravate da minori verifiche e tempi di attesa.
I SETTORI E LE PMI
Oltre a norme dedicate per le PMI, sono disciplinati ad hoc i seguenti settori: chimico, farmaceutico, automotive, cosmetico, medico, ingegneristico, tessile, ICT.